Il futuro (privato?) della sanità digitale

La digitalizzazione dei servizi sanitari non è solo un incremento di efficienza e di potenzialità, ma è una radicale innovazione del modo di fare le cose. Un paragone, per chiarire la portata della trasformazione che sta appena iniziando, è quello della motorizzazione: la progressiva sostituzione dei veicoli a trazione animale con quelli a motore non ha soltanto reso possibile trasportare una maggior quantità di passeggeri e merci a maggiori distanze con tempi e costi minori, ma ha ridisegnato il paesaggio urbano, prodotto nuove infrastrutture, introdotto nuove regole, come la segnaletica e il codice della strada, rivoluzionato l’economia e il modo di lavorare e vivere.

Quando vengono introdotte trasformazioni di questa portata, chi riesce per primo a realizzare una soluzione di successo ha buone possibilità di imporre uno standard, non solo tecnologico, ma anche organizzativo, e quindi di orientare il futuro. Ecco perché bisogna osservare con molta attenzione le mosse dei principali attori internazionali: ne va della sanità degli anni a venire, di come sarà gestita e anche del tipo di servizi che verranno erogati, come e a chi.

Per questo è importante l’accordo tra il gigante assicurativo AXA e Microsoft per il lancio di una nuova piattaforma sanitaria digitale. La piattaforma è già disponibile per clienti AXA di Italia e Germania, dopo il successo di un esperimento pilota lo scorso anno. I suoi servizi comprendono uno strumento di autovalutazione, il teleconsulto, un servizio di prenotazione degli appuntamenti medici, un archivio sicuro di documenti digitali e servizi di assistenza domiciliare. Entro l’anno prossimo, arriverà anche nel Regno Unito e in Belgio, Spagna e Svizzera, per poi diffondersi nel resto del mondo.

Questa soluzione IT si basa sulla tecnologia Microsoft Cloud per l’assistenza sanitaria, che comprende l’API di Azure per l’interoperabilità veloce delle risorse per l’healthcare (Fast Healthcare Interoperability Resources – FHIR), che permette di valutare lo stato dei pazienti senza mettere a rischio la privacy dei dati.

Nel lungo periodo, l’obiettivo è di permettere l’integrazione di servizi di terze parti, con l’ambizione di creare un servizio globale e aperto per il personale sanitario e i pazienti, anche se non sono clienti AXA. Altro obiettivo importante è quello di favorire la raccolta e la circolazione dei dati sanitari, per contribuire alla ricerca, alla terapia e alla prevenzione.

Non è un caso, quindi, che AXA sottolinei che questo ecosistema è costruito per adattarsi all’offerta sanitaria e alle caratteristiche delle reti sanitarie locali e che sia aperto alla collaborazione di partner esterni per arricchire la piattaforma e fornire valore aggiunto a tutte le parti interessate. Come si diceva, si tratta di definire uno standard per costruire il futuro.

Un futuro che, per il momento, vede protagonisti i grandi attori della sanità privata.