La nuova classifica sulla qualità della vita nelle province italiane, curata da ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, registra il pesante impatto della pandemia sul Paese, almeno per quanto riguarda la prima ondata. In particolare, dato che il Covid nelle terribili settimane di inizio anno aveva colpito quasi esclusivamente alcune zone, si vedono gli effetti di questa disparità.
Lo si nota fin dalla prima posizione, che lo scorso anno era occupata da Trento e ora è di Pordenone: rispetto allo scorso anno, si tratta di un semplice avvicendamento e sono gli stessi curatori della ricerca a notare che può essere dovuto soprattutto al diverso effetto della pandemia. Diventa ancora più evidente per le province più colpite Bergamo scende dal 26esimo posto al 40esimo, Lodi perde 37 posizioni, Milano 16, Piacenza 41, Cremona 46.
La ricerca, infatti, combina diversi indicatori e stila diverse classifiche specifiche da cui viene estrapolata quella generale. La classifica della salute vede in testa Isernia, seguita da Terni, Cagliari e Catanzaro. In coda, tra le province con un livello “insufficiente” di risorse, se trovano 6 del Nord Ovest: Cuneo, Vercelli, Asti, Como, Imperia e La Spezia. Nemmeno il Nord Est ottiene un gran risultato, con altrettanti nomi nel gruppo di coda, ossia Trento, Vicenza, Treviso, Trieste, Gorizia e Reggio Emilia. Va notato comunque che, in questo caso, i parametri si riferiscono soltanto al dimensionamento delle strutture ospedaliere e definiscono il tasso di posti letto in diversi reparti specialistici (ostetricia e ginecologia, cardiologia e oncologie) e di alcune apparecchiature diagnostiche (acceleratori lineari, gamma camere, apparecchiature per imaging e risonanza magnetica, TAC). Insomma, la dimensione del sistema sanitario risulta un po’ troppo appiattita su indicatori indubbiamente oggettivi, ma forse non esaustivi.
In altre categorie, troviamo che il Nord torna a farla da padrone, con Bolzano, Bologna e Trento che si confermano in testa nella sezione affari e lavoro, mentre Crotone resta ultima. Trento è al primo posto per l’ambiente, seguita da Milano e Sondrio. per l’ambiente Trento si classifica al primo posto seguita da Milano, Pordenone e Sondrio; anche qui, le 21 province che ottengono un giudizio complessivamente “buono” sono tutte al Nord. Risultati analoghi si riscontrano nel comparto istruzione e formazione.
Complessivamente, la qualità della vita è risultata buona o accettabile in 60 delle 107 province italiane. Stando ai dati dell’indagine, circa il 42,5 per cento della popolazione italiana vive in territori con una qualità della vita scarsa o insufficiente, tutti nell’Italia meridionale e insulare. In pratica, più del 60 per cento della popolazione del Mezzogiorno vive in condizioni insoddisfacenti.
Operazioni di questo genere servono a fare il punto su alcuni aspetti chiave: i loro risultati non vanno visti come verità assolute, ma come utili indicatori per esaminare lo stato dell’arte e costruire ragionamenti più ampi. In ogni caso, il quadro di disomogeneità e difformità che emerge da questi dati finirà, temiamo, per essere ulteriormente amplificato dalla nuova ondata della pandemia, che questa volta ha colpito tutto il Paese.