Risposte digitali al post-COVID

Possiamo dire che, almeno nei paesi in cui la campagna vaccinale è più avanzata e con tutte le dovute cautele, la fase pandemica sia in sostanziale arretramento. Si nota però una crescita di sintomi molto variegati tra i pazienti che hanno contratto il COVID-19 e ne sono guariti. In letteratura sono già presenti molti riferimenti alla sindrome post-COVID, la cui prevalenza e quadro clinico sono in gran parte ancora da definire con precisione. Un primo riferimento oggi è dato dalle linee guida britanniche (NICE), tradotte in italiano qui.

Rimandando questi aspetti cruciali ad altri interventi specifici, possiamo però notare fin d’ora che l’attenzione a questa patologia chiama, di nuovo, in primo piano la medicina generale. Ciò per tre ordini di ragioni:

  • la varietà dei sintomi può indicare un gran numero di altre patologie, che possono essere escluse soltanto a partire da quella conoscenza approfondita del singolo paziente che è propria del MMG;
  • la prossimità del MMG fa sì che sia il primo riferimento all’insorgenza dei sintomi;
  • si tratta spesso di condizioni di lungo periodo, non particolarmente gravi, per le quali la risposta migliore è proprio quella fornita dalle cure primarie, con il coinvolgimento del paziente.

Tutto questo apre un nuovo fronte di coinvolgimento professionale per i MMG, evidenziando anche la necessità di sviluppare l’opportuna attenzione e preparazione. D’altra parte, questa sindrome può anche essere l’occasione per sperimentare una sostanziale innovazione nelle modalità di assistenza, consolidando l’alleanza digitale tra MMG e paziente.

L’alleanza digitale

Proprio la digitalizzazione, infatti permette di realizzare notevoli incrementi di efficacia ed efficienza su alcuni aspetti chiave nella gestione della sindrome post-COVID. In particolare, una piattaforma digitale che integri il rapporto medico-paziente permette di mettere in campo diverse iniziative chiave. Vediamo le principali:

  • un questionario anamnestico digitale per il paziente, che definisce i sintomi e il quadro di comorbilità. Il questionario viene distribuito attraverso la piattaforma, compilato digitalmente e rimandato al medico, che lo analizza con l’ausilio di un algoritmo.
  • un diario dei sintomi, sempre gestito attraverso la piattaforma, per controllare l’evoluzione della patologia e aiutare il medico nelle eventuali ulteriori azioni diagnostiche e terapeutiche.
  • l’integrazione di device per la telemedicina e la diagnostica di primo livello in un unico pannello di controllo. Si potenziano così le capacità della medicina generale, con notevoli incrementi di rapidità, efficacia e appropriatezza, evitando il sovraccarico di lavoro derivante dalla gestione di numerosi strumenti che non comunicano tra loro. Inoltre, diviene possibile associare automaticamente i diversi esiti diagnostici al singolo paziente. 
  • un sistema di etichette che definiscono lo stato del paziente all’interno della sua anagrafica. In questo modo, si può indicare se sia affetto dalla sindrome, quali esami sono stati effettuati e con che risultati, che tipo di decorso sta avendo e con quali cure. Le etichette costituiscono una sorta di dossier personale specifico associato al paziente e sempre aggiornato.
  • attività di comunicazione e sensibilizzazione con la distribuzione di materiali (testi, filmati, infografiche) per informare medici e pazienti.
  • una funzione di monitoraggio che estrae dalla piattaforma i dati anonimizzati e permette di analizzarli per valutare la prevalenza della patologia rispetto alla popolazione, i sintomi e le forme di assistenza. Si passa così dalla presa in carico del singolo paziente alla nuova frontiera della medicina generale, come fonte primaria di dati sanitari.

Una strategia integrata

Tutte queste funzioni hanno un elemento fondamentale in comune: si collocano all’interno della medicina generale e della relazione medico-paziente. In altre parole, aiutano l’empowerment del paziente all’interno del rapporto di cura, avvicinando le prestazioni sanitarie al punto di erogazione. Ciò significa ridurre i tempi e i costi, ma anche la necessità di spostamenti e, di conseguenza, l’impronta ambientale. Soprattutto, significa usare la digitalizzazione in tutto il suo potenziale, come uno strumento di straordinaria efficacia per risolvere un problema reale, con il classico realismo della medicina generale. Una soluzione che vede protagonisti i cittadini e i MMG.