SM3.0: il primo webmeeting

Il 29 dicembre, giusto in tempo per chiudere l’anno, si è tenuto il primo webmeeting di presentazione della nuova app SM3.0, pronta ad arrivare alla distribuzione ufficiale dopo un lungo – e opportuno – periodo di sperimentazione e affinamento. Si è trattato di una vera e propria anteprima, visto che l’app deve ancora essere presente sugli store di Android e iOS, anche se è già attiva nella versione web. Ci tenevamo, comunque, a raccogliere le prime impressioni da una platea di medici di medicina generale che ne vedessero per la prima volta le caratteristiche e a vedere in quanti avrebbero risposto al nostro appello, collegandosi a un orario quasi punitivo: le 21.30 del 29 dicembre, con un mailing partito il 27 e praticamente nessun’altra forma di comunicazione preliminare. Come sempre, i medici di famiglia non hanno deluso: alla fine, i partecipanti al meeting sono stati più di sessanta, con un livello di attenzione, partecipazione e competenza che è stato il premio migliore ai nostri sforzi.

Non possiamo dire che tutto ciò fosse inaspettato: non perché fossimo così certi di aver fatto un lavoro inappuntabile, ma perché sappiamo bene che la medicina generale è all’avanguardia nella digitalizzazione vera, quella che entra nella realtà di tutti i giorni e contribuisce a migliorarla, semplificando i processi, aumentando la disponibilità di informazioni e moltiplicando le possibilità di contatto, incontro, comunicazione. La nostra proposta ha senso soltanto all’interno della relazione tra medico e paziente, come strumento per potenziare l’alleanza digitale nella quale i protagonisti sono sempre gli stessi, ma le opportunità, le occasioni e la qualità delle cure si moltiplicano.

Questa caratteristica è stata subito colta dalla platea dei partecipanti, che hanno immediatamente iniziato a intervenire con domande e suggerimenti, centrando tutte le questioni più importanti. La prima è l’importanza della riservatezza dei dati: ormai è chiaro che gran parte delle altre soluzioni disponibili è gravemente carente sotto questo aspetto, potenzialmente devastante. Su questo punto siamo orgogliosi di aver potuto dissipare ogni dubbio: l’architettura di SM3.0 è strutturata in modo di garantire il più rigoroso rispetto della privacy by design ed è allineato alla più avanzata normativa europea e internazionale. Le numerose domande in questo campo ci hanno dato l’opportunità di illustrare approfonditamente questo tema, che ha guidato tutte le fasi di progettazione e sviluppo della nostra soluzione, proprio per tutelare al massimo medici e pazienti.

Altro aspetto importante, quella che possiamo chiamare appropriatezza: SM3.0 crea un circuito di comunicazione tra medico, paziente e personale di studio, nel quale viaggiano anche le richieste di ricette e impegnative per visite specialistiche. Qui la preoccupazione dei nostri interlocutori è stata che non si potessero verificare passaggi impropri, nei quali le prescrizioni sfuggissero al controllo e alla titolarità del medico. Anche su questo aspetto possiamo dire di aver fugato ogni dubbio, dato che l’emissione delle ricette e di ogni atto medico è esterna all’app e comunque sotto la responsabilità esclusiva del medico.

Ma forse gli interventi che ci hanno fatto più piacere sono stati quelli, numerosi, in cui si cominciava già a guardare avanti, chiedendo in che modo sarà possibile importare i dati dei pazienti dai gestionali in uso e come potranno essere categorizzate le diverse richieste, per disporre al meglio l’ambulatorio in vista delle esigenze specifiche dei pazienti e coordinare le visite con i dati delle cartelle cliniche.Sono tutti temi presenti nella nostra agenda, ma è inutile dire che ci ha fatto piacere constatare che stiamo guardando nella stessa direzione e che il gruppo di medici che abbiamo coinvolto in questa anteprima non solo abbia colto i possibili benefici di SM3.0, ma stia già pensando a come farla evolvere. Questa volontà di guardare al futuro è il miglior auspicio per proseguire su questa strada, con una soluzione di cui l’emergenza Covid ha mostrato l’urgenza ma che è rivolta alla nuova normalità che saremo capaci di costruire. Questa è stata anche la direzione di due interventi che ci hanno piacevolmente sorpreso: tra i partecipanti c’erano infatti Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, e Fulvio Borromei, presidente dell’ordine dei medici di Ancona. Entrambi hanno saputo esprimere una concezione del lavoro del medico, della centralità del cittadino e della tecnologia come strumento che ci ha guidato in tutto lo sviluppo di SM3.0 e che speriamo di poter onorare.