Fondi per la sanità dall’Europa: parte EU4Health

Mentre l’attenzione generale è concentrata sul recovery fund, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto l’accordo necessario a far partire un altro importante programma per la salute. Si tratta di EU4Health, che fa parte del nuovo bilancio comunitario, appena approvato.

Sono, quindi, fondi diversi e ulteriori rispetto a quelli del recovery fund: 5,1 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, da impiegare per sostenere i sistemi sanitari nazionali e favorire un approccio coordinato tra i Paesi Ue, specialmente nella lotta alle minacce transfrontaliere come la pandemia di Covid-19. Si tratta di un notevole incremento rispetto alla somma iniziale, di 1,7 miliardi.

Il primo obiettivo è la creazione di una nuova Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, che sia in grado di dare una risposta unitaria e coordinata alle minacce sanitarie che riguardano diversi paesi: come è stato detto al vertice di giugno, non si deve più ripetere la chiusura generalizzata dei confini a cui abbiamo dovuto assistere con la prima ondata. Importante anche l’attività di comunicazione, per favorire la prevenzione e gli stili di vita sani e combattere la disinformazione in campo medico: un altro tassello della campagna comunitaria contro le fake news.

Un tema che ci interessa particolarmente è quello della digitalizzazione, che rientra nel programma sotto due capitoli. Il primo è quello del miglioramento generale delle capacità e della resistenza dei sistemi sanitari, che ha bisogno della dimensione digitale per essere all’altezza delle aspettative e di sfide come quelle messe in evidenza dalla pandemia. Il secondo è quello della creazione di uno spazio europeo dei dati sulla salute: mettere in comune i dati è fondamentale per sostenere la ricerca, individuare precocemente i rischi e reagire con efficacia. Possiamo immaginare che da ciò derivino dei requisiti stringenti anche per la protezione dei dati sanitari, che troppe soluzioni in circolazione non sembrano garantire a sufficienza.

Altro importante obiettivo è il sostegno allo stoccaggio nazionale di prodotti essenziali, per non farsi trovare di nuovo impreparati alla prossima crisi. In questo contesto si situa anche il sostegno alla mobilitazione del personale medico, sanitario e di supporto nelle aree di crisi: una sorta di corpo sanitario europeo, che interverrà dove ce ne sia bisogno, perché la tutela della salute è un interesse comune.

Il programma affronterà anche questioni di salute pubblica a lungo termine come la prevenzione e il trattamento delle malattie trasmissibili e non trasmissibili, a partire da tumori e salute mentale. Il gruppo direttivo del progetto, che sarà consultato sui programmi di lavoro annuali e ne controllerà l’attuazione, vedrà la partecipazione di rappresentanti degli Stati membri e della Commissione.

Sembra proprio che nel campo della salute l’Europa abbia ingranato una marcia diversa, a partire dalle risorse impegnate. Investire nella salute promuovendo l’integrazione, in un contesto di cooperazione comunitaria intensificata: questa è la prospettiva del nuovo corso. Speriamo che la pandemia, con tutte le sue tragedie, possa servire a voltare pagina rispetto agli egoismi, alla miopia e alla sfiducia degli ultimi anni.