Vaccinazioni: tocca ai medici di famiglia

Possiamo dirlo senza troppi giri di parole: finora le vaccinazioni sono andate a rilento in tutta Europa. La media nell’UE, al 10 marzo, è di 10 dosi ogni cento abitanti, con un andamento che vede il grosso dei paesi sostanzialmente allineato agli stessi valori, salvo variazioni marginali. Il primo grafico, ricavato dalla pagina di ourworldindata, mostra con chiarezza che in più di due mesi non si sono fatti grandi progressi. 

Il secondo grafico, che mostra le dosi distribuite giornalmente ogni 100 abitanti, è forse anche più preoccupante: con l’eccezione dell’Ungheria, che ha preso la discutibile decisione di usare anche il vaccino russo Sputnik V, siamo quasi ovunque ancora sotto le 3 dosi ogni mille cittadini.

Di questo passo, sarà difficile raggiungere una copertura vaccinale sufficientemente estesa entro la fine dell’anno. Considerando che tutti i vaccini finora somministrati richiedono una doppia dose ed escludendo gli under-18 e altri gruppi di popolazione non vaccinabili, servono comunque circa 180 vaccinazioni ogni 100 abitanti e. anche con un’accelerazione decisa, saremmo comunque lontani dai ritmi necessari.

Certamente le scarse quantità di vaccini disponibili hanno un peso notevole in questo ritardo. Si tratta di un problema senz’altro molto grave, che però dovrebbe tendere ad alleviarsi per effetto di tre fattori decisivi: l’autorizzazione di altre formulazioni, l’incremento della capacità produttiva e il calo del fabbisogno nei Paesi che sono nettamente più avanti di noi. Ma, se si vogliono davvero raggiungere gli obiettivi necessari per uscire finalmente dall’emergenza, questo è solo uno degli aspetti da risolvere. Più importante ancora è l’organizzazione della campagna vaccinale, in altre parole portare i vaccini dai magazzini all’inoculazione, con tutto quello che ciò comporta.

Tanto per dare un’idea del problema, a oggi in Italia è stato somministrato soltanto l’87,2 per cento delle dosi consegnate (come si vede sul sito della Presidenza del Consiglio). Visto che siamo sostanzialmente in linea con i livelli europei c’è da aspettarsi che la situazione sia simile anche in Paesi che siamo portati a ritenere meglio organizzati del nostro. Per fare il necessario salto nella quantità di dosi somministrate, bisogna innanzitutto prendere atto del grave ritardo e rivedere completamente l’organizzazione.

Un esempio in questo senso è la Germania, che si è data l’ambizioso obiettivo di 40 milioni di vaccinazioni al mese. La chiave per arrivarci è il pieno coinvolgimento della medicina generale, superando l’organizzazione adottata finora. Ma per farlo occorre rendersi conto di tutti i problemi e risolverli in anticipo, se non si vuole creare un nuovo collo di bottiglia: per questo, i MMG tedeschi inizieranno a vaccinare a partire dalla prima metà di aprile, con un ritmo inizialmente limitato dalla quantità di dosi disponibili e poi via via più sostenuto, in modo da armonizzare le scorte, l’organizzazione e il lavoro dei medici.

In Italia, invece, abbiamo la sensazione che si proceda ancora in ordine sparso, con convenzioni regionali che si somigliano un po’ tutte salvo mantenere quel residuo di differenza che serve a renderle reciprocamente incompatibili. Soprattutto, la sensazione è che, ancora una volta, i medici di medicina generale si trovino disarmati in prima linea, con pochi vaccini, un piano di distribuzione deciso di volta in volta e scarso supporto organizzativo, salvo i casi delle realtà locali più virtuose.La medicina generale italiana è abituata a trovarsi in situazioni del genere. Anche se vorremmo tutti non averne bisogno, è necessario fare ricorso a soluzioni rapide, condivise e sostenibili per organizzare al meglio il servizio per i cittadini, persino se ciò dovesse significare fare da soli. Da qui nasce un nuovo progetto di SM3.0: una piattaforma rapida e accessibile per le equipe territoriali di medicina generale, in modo che i cittadini abbiano lo strumento giusto per prenotare la vaccinazione e medici e personale di studio un sistema efficace per organizzare il proprio lavoro e documentare l’attività, tenere sotto controllo le scorte e tracciare i lotti delle somministrazioni. Cominciamo da qui, dai problemi reali.