Il vaccino funziona. Ecco i dati

Ognuno ha diritto alla propria opinione, ma non ai propri fatti. Se tenessimo sempre presente questo principio, il dibattito pubblico ne guadagnerebbe in chiarezza, serenità e utilità. Purtroppo sembra che, ancora, non si riesca a parlare seriamente di Covid, ospedalizzazioni e decessi, dove seriamente significa una cosa sola: basandosi sui dati reali. Insomma, per essere chiari: si può, probabilmente si deve discutere di Green Pass, obbligo vaccinale e misure correlate. Ma non ci si può dividere sui fatti ormai acclarati, per tirarli dove si vuole.

Uno di questi fatti è l’efficacia dei vaccini. Il fatto di trovarci, purtroppo, nel mezzo di una nuova ondata epidemica ha, perlomeno, il vantaggio di mostrare questo dato in maniera incontrovertibile. Lo mostrano bene questi grafici, elaborati da Andrea Palladino sulla base dei dati ISS.

Tutti i parametri relativi alle conseguenze più gravi del Covid: ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi indicano un fortissimo differenziale tra vaccinati e non. Più nello specifico:

  • OSPEDALIZZAZIONE: i non vaccinati finiscono in ospedale con una frequenza tra 6 e 13 volte maggiore. Sono numeri molto simili a quelli osservati nel Regno Unito e leggermente migliori rispetto a quelli israeliani.
  • TERAPIA INTENSIVA: i non vaccinati finiscono in terapia intensiva con una frequenza tra 9 e 24 volte maggiore.
  • DECESSI: i dati sono molto bassi, il che mina l’attendibilità statistica. Comunque, non si registrano decessi tra i vaccinati tra 12 e 39 anni di età, mentre ce ne sono stati 4 nella stessa fascia d’età tra i non vaccinati. Per le altre fasce d’età, il tasso di decesso dei non vaccinati si mantiene superiore tra le 10 e le 15 volte.

Come leggere i dati

Questo è il modo corretto di leggere i dati: raffrontando l’incidenza dei diversi eventi per gruppi omogenei, ossia per fasce di età. Purtroppo, molto spesso si leggono interpretazioni strampalate che tirano in ballo i numeri assoluti, senza alcun fondamento. 

Infatti, è ovvio che, per esempio, i valori dei decessi tra vaccinati e non siano abbastanza vicini, se nella fascia più debole, quella degli over 80, i vaccinati sono il 90 per cento. Sarebbe come dire che la mortalità di Roma è più elevata di quella di Roccacannuccia confrontando i decessi annuali e “dimenticandosi” che Roma ha qualche abitante in più.

Chi lavora nell’informazione ha un compito chiaro: fare bene il proprio mestiere. Questo significa anche saper leggere i numeri e presentare i dati con onestà intellettuale, invece di cercare di fare sensazione.

Ciò vale ancora di più oggi, che dobbiamo fare i conti con problemi reali, di cui si parla troppo poco. Per esempio, capire i reali costi sociali della pandemia, tra cui quelli del long-covid. Oppure, definire l’impatto delle cure mancate per la saturazione delle strutture sanitarie sulla salute degli italiani. Tutti temi di grande importanza, che diventa difficile affrontare se bisogna continuamente confutare falsi ragionamenti. In conclusione, un altro ringraziamento all’ottimo Andrea Palladino, a cui si devono le elaborazioni statistiche citate qui.