La campagna vaccinale tedesca, dopo un inizio stentato come altrove in Europa, ha registrato una notevole accelerazione. Lo possiamo vedere da questo grafico, che confronta le vaccinazioni giornaliere in Germania (viola) e in Italia (rosso). Il grafico è tratto da ourworldindata.org.
Entrambe le curve sono in forte crescita, ma l’incremento di quella tedesca a partire dal 5 aprile è decisamente superiore. Cosa è successo in quella data?
Semplice: i MMG tedeschi hanno iniziato a essere coinvolti a pieno titolo nella campagna vaccinale. Per avere un’idea dell’impatto di questa operazione, basta vedere l’andamento cumulativo delle vaccinazioni dall’inizio della campagna. Il grafico è tratto dalla dashboard del ministero della Salute tedesco) (in azzurro i centri vaccinali, in blu i MMG).
La parte in blu cresce più velocemente dell’altra. Dal 5 aprile al 18 maggio sono somministrate fatte 15 milioni e 500mila dosi nei centri vaccinali e oltre 10 milioni e 600mila presso i MMG. Non solo: la forbice si sta riducendo sempre più. Questa tendenza si nota in particolare nei giorni con più vaccinazioni. Per esempio, nella giornata record del 12 maggio (1.397.345 vaccinazioni), quasi un milione è stato fatto dai MMG.
La medicina generale, insomma, è un tassello fondamentale della strategia vaccinale tedesca. A partire dal 7 giugno si aggiungeranno anche i medici del lavoro.
Un progetto condiviso
Un articolo sul sito della Deutschlandfunk, uno dei quattro canali della radio pubblica tedesca, fa il punto sul ruolo dei MMG nel programma di vaccinazioni anti-Covid. I MMG dispongono di tre vaccini: Pfizer-BioNTech, Johnson, e AstraZeneca, con gli ultimi due somministrabili senza criteri di priorità.
La campagna è stata costruita a partire dell’esperienza con le vaccinazioni influenzali, nelle quali la medicina generale tedesca somministra tra dieci e venti milioni di dosi a stagione. Si è puntato sui classici punti di forza: velocità e facilità di raggiungimento. Il governo federale e i diversi Länder hanno tenuto un giro di consultazioni che è durato un mese, coinvolgendo le organizzazioni dei medici, tutti i livelli di governo, le aziende farmaceutiche e i gestori dei servizi sanitari. Alla fine, è stato messo a punto un modello funzionale e condiviso.
Il procedimento seguito è molto semplice: i centri vaccinali ricevono 2,25 milioni di dosi a settimana, da somministrare su prenotazione con gli eventuali eccessi a disposizione di tutti. Il resto è a disposizione dei MMG, dietro semplice richiesta. Vista la disponibilità sempre crescente di vaccini, che ha già superato i cinque milioni di dosi a settimana e che tra giugno e luglio dovrebbe arrivare a dieci, la quota della medicina generale è destinata a crescere ancora.
Il pragmatismo e la proverbiale capacità organizzativa dei tedeschi si sono ancorati a una certezza: che la vaccinazione sia una delle attività tipiche della medicina generale. Il ricorso ai centri vaccinali è una necessità quando si deve fare in fretta e centralizzare una logistica nuova e complicata. Appena possibile, però, si deve uscire dall’emergenza e riprendere la normalità. Forse dovremmo apprendere questa lezione anche in Italia, anche a partire dalle recenti considerazioni del segretario Scotti.