Dagli hub al territorio

La campagna vaccinale in Italia sta procedendo con buoni risultati, visto che ormai (report del 29 luglio) il 58,12 per cento della popolazione oltre i 12 anni è completamente vaccinato. Come si vede dal grafico (fonte: ourworldindata.org), siamo nella parte alta della classifica europea, sopra la media UE che è comunque oltre gli USA. Sono risultati importanti e significativi anche nel confronto internazionale. Ma finora in Italia si è puntato soprattutto sugli hub vaccinali, mentre la medicina generale ha accesso a pochi vaccini contro il covid.

Il modello tedesco

Da questo punto di vista, la situazione in Germania, per esempio, sembra molto più articolata. Come abbiamo notato più di un mese fa, i tedeschi hanno puntato in modo più organico sulla medicina generale e anche medici del lavoro. Il secondo grafico, tratto dalla dashboard ufficiale tedesca, mostra il peso crescente della medicina generale sulle operazioni vaccinali.

La risposta italiana

La necessità di puntare maggiormente alla medicina generale è riconosciuta anche dal sottosegretario alla salute Andrea Costa. Rispondendo a un’interrogazione di Maria Teresa Baldini (Forza Italia), Costa ha infatti dichiarato che “si auspica il necessario passaggio verso un sistema di vaccinazioni delocalizzate, da mettere in atto anche attraverso i MMG”. Ha poi ricordato che “il Commissario Straordinario ha richiamato più volte l’importanza dei MMG per l’individuazione e la tutela vaccinale dei soggetti fragili. Ciò è stato evidenziato nell’incontro del 27 maggio con il Ministro della salute e il Segretario Generale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale.

Il governo riconosce che “la figura del MMG è indispensabile per ampliare la copertura vaccinale, anche in considerazione della diretta vicinanza con i pazienti e del rapporto di fiducia”. Più importante ancora Costa, dichiara che “l’approvvigionamento del vaccino per ciascun MMG dovrà avvenire in tempi certi ed in quantità tali da consentire ad ogni medico la possibilità di garantire ai propri assistiti le somministrazioni del vaccino, coerentemente alle diverse fasi della campagna vaccinale ed ai relativi target di riferimento”.

In conclusione Costa ha assicurato che si sta facendo ogni sforzo per “assicurare la progressiva osmosi tra hub vaccinali e medici di medicina generale”.

Insomma, le parole giuste ci sono tutte. Adesso resta da attendere che si arrivi al pieno coinvolgimento della medicina generale nella distribuzione dei vaccini contro il Covid. E, più ancora, che si esca il prima possibile dall’emergenza e si dia il via a una nuova normalità, con una medicina del territorio finalmente al centro. Medicina generale, digitalizzazione, interoperabilità, empowerment: queste sono le parole chiave.